Fabio Bartolo Rizzo, in arte Marracash, chiude un cerchio. Venerdì 13 dicembre alle 7 del mattino, senza preavviso o campagne pubblicitarie, pubblica “È FINITA LA PACE”, il capitolo finale di una trilogia che esplora l’introspezione personale, le disuguaglianze sociali e la ricerca della pace interiore.
“Questo disco rappresenta la resa dei conti, in cui i nodi arrivano al pettine” afferma Marracash, sottolineando come ogni album della trilogia abbia rappresentato una fase della sua crescita personale e artistica.
Nonostante l’uscita a sorpresa e l’assenza di featuring il disco si posiziona al sesto posto tra i migliori debutti su Spotify del 2024, totalizzando oltre 8.100.000 ascolti.
“È finita la pace” inizia con una ripresa all’outro di “CLIFFHANGER”, ultimo pezzo del suo precedente album, NOI, LORO, GLI ALTRI, per aprire il suo nuovo progetto.
Questa trilogia rappresenta un percorso evolutivo in cui il rapper passa dall’introspezione personale all’analisi delle dinamiche sociali e politiche italiane. Un esempio significativo si trova in “CRASH”, seconda traccia dell’album, dove afferma: “Si allarga la forbice/Non si chiuderà senza qualche collo da torcere”. Il primo verso, “Si allarga la forbice”, utilizza una metafora per descrivere l’aumento delle disuguaglianze economiche, raffigurando un divario sempre più marcato tra chi detiene risorse e chi ne è privo. Il secondo verso, “Non si chiuderà senza qualche collo da torcere”, introduce un’immagine cruda, suggerendo che la riduzione di questo divario potrebbe richiedere tensioni o scontri, evidenziando la necessità di un cambiamento radicale per riequilibrare la situazione.
Continua con “Governo di fasci che dice frasi preistoriche/ Pensano che basti riempire il vuoto con l’ordine”. L’espressione “governo di fasci” richiama un’accusa verso un’autorità percepita come autoritaria e retrograda, sottolineata dall’uso di “frasi preistoriche”, che denunciano un linguaggio e un pensiero arretrati, inadatti alla complessità del presente. Il secondo verso, “pensano che basti riempire il vuoto con l’ordine”, evidenzia un’ulteriore critica: la tendenza di certi governi a imporre controllo e disciplina come soluzioni superficiali per colmare un vuoto più profondo, probabilmente sociale, culturale o economico. Nel complesso, i versi evocano una riflessione sul fallimento di politiche oppressive nel rispondere ai reali bisogni della società.
Nella prima strofa il rapper cita anche Giuseppe Cruciani che insieme a David Parenzo conduce il programma radiofonico trash “La Zanzara”. Con il verso “Senza passaggi cruciali, casi umani fanno passaggi da Cruciani”, Marra definisce “casi umani” i personaggi più iconici del programma. Con l’espressione “senza passaggi cruciali” sostiene che questi individui abbiano saltato alcuni “passaggi” fondamentali di maturazione diventando così dei veri e propri casi umani.
Nella traccia “DETOX/REHAB” il rapper invece tratta argomenti come malattie mentali e psicofarmaci. Marracash, ospite a “L’Assedio” nel 2019, rivela di essere bipolare portando maggiore consapevolezza della sua persona e del suo carattere. Nel brano parla di dipendenza affettiva e di come le persone che ne soffrono fanno fatica a distaccarsi e dimenticare le persone, e quindi quando devono farlo si devono autoconvincere che siano morte: “Tra le dipendenze quella affettiva è la più infettiva/Devo convincermi che sei morta anche se sei viva”.
“Torneranno droghe e troie che ci vanno assieme/Per reggere le pare e per piacere poi a chi non ti piace“, in questi versi, Marracash mette in luce un circolo vizioso di insicurezze e dipendenze. “Droghe e troie” diventano simboli di evasione e autodistruzione, usati per affrontare le pressioni sociali (“reggere le pare”) e cercare l’approvazione di chi, paradossalmente, non si stima o non si ama.
L’ultima traccia è “HAPPY END” e si conclude con “È finita la pace, l’accondiscendenza/C’è una nuova pace: la consapevolezza/ Fabio e Marracash/E alla fine è un happy end”, con questa chiusura Marracash lancia un invito a superare l’indifferenza, l’apatia e le illusioni che creiamo per vivere in una falsa realtà e armonia con noi stessi. Ci esorta a trovare una pace autentica che deriva dalla piena consapevolezza della nostra identità e del nostro ruolo nel mondo.
Marracash, con È FINITA LA PACE, non solo chiude un ciclo musicale e personale, ma lascia un segno indelebile nel panorama della musica italiana. La trilogia rappresenta non solo un viaggio artistico, ma una riflessione collettiva su temi che vanno ben oltre la sfera personale, toccando corde universali e proponendo una nuova consapevolezza per affrontare il futuro
Carlotta Rivera, III LES