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Nel mese di ottobre, le classi terze della scuola Sacra Famiglia hanno avuto l’occasione di assistere a “Jupe Culotte”, un’opera teatrale portata in scena al Teatro Colosseo di Torino. Lo spettacolo affronta temi legati all’emancipazione femminile e alla conquista del suffragio universale, intrecciando le storie di due donne diverse ma accomunate dalla voglia di cambiare il mondo. Tre studenti, Lisa Cecchettini, Emanuele Conte e Flavio Fontana, raccontano l’esperienza da punti di vista diversi, offrendo uno sguardo ricco e completo su questo evento.


Lisa Cecchettini: il peso della storia e il cambiamento delle donne

Lisa si concentra sull’importanza storica dello spettacolo e sul modo in cui le protagoniste rappresentano i cambiamenti di una società che cerca l’emancipazione.

“Lo spettacolo riporta il pubblico al 2 giugno 1946, giorno in cui ebbe luogo il primo suffragio universale. Rosa Costantini è una contadina senza cultura, ma con un carattere forte e vivace. Lina Merlin, invece, è una professoressa cresciuta in una famiglia benestante, consapevole del diritto di tutti ad avere pari opportunità. Nonostante le loro differenze sociali, entrambe condividono lo stesso spirito di cambiamento ed emancipazione.”

Lisa apprezza particolarmente come il percorso di Rosa e Lina venga mostrato attraverso il tempo:

“Rosa evolve, acquisendo maturità grazie alla sua formazione, mentre Lina si afferma come figura di spicco nella politica e nella società italiana. Lo spettacolo invita le nuove generazioni a riflettere sul valore delle libertà conquistate, mettendo in luce le lotte e i sacrifici che le hanno rese possibili.”

Un altro elemento importante, per Lisa, è l’intervento iniziale del giudice Gian Carlo Caselli:

“Caselli ha curato l’introduzione, raccontando episodi della sua vita e del suo impegno contro le mafie. Le sue parole hanno dato ulteriore profondità allo spettacolo, legandolo ai valori della nostra Costituzione.”


Emanuele Conte: i simboli e il potere del dialogo

Emanuele sottolinea come lo spettacolo sia riuscito a catturare l’essenza di un momento storico fondamentale attraverso il confronto tra due protagoniste simboliche:

“Lina Merlin è una politica socialista, mentre Rosa Costantini è una contadina che si reca al seggio elettorale spinta dalla curiosità, nonostante il divieto del padre. Durante l’attesa per votare, le due donne intraprendono una lunga conversazione. Lina spiega a Rosa l’importanza del voto e della partecipazione femminile in politica, convincendola gradualmente del valore dell’uguaglianza e della libertà.”

Emanuele apprezza particolarmente il modo in cui la storia di Rosa si conclude:

“Anni dopo, Rosa si presenta indossando un jupe culotte, simbolo della sua emancipazione, e decide di proseguire gli studi sostenendo l’esame di quinta elementare. La sua evoluzione è un esempio di come il coraggio e l’educazione possano trasformare le vite.”

Anche Emanuele rimane colpito dall’intervento del magistrato Caselli:

“Ha parlato con emozione del suo rapporto con Bruno Caccia, ricordando il sacrificio di chi ha lottato per la giustizia. È stato un momento intenso, che ci ha fatto comprendere quanto sia importante difendere i valori fondanti della nostra Costituzione.”


Flavio Fontana: un viaggio nel passato che parla al presente

Flavio, infine, offre una visione più personale e riflessiva dello spettacolo:

“La narrazione è ambientata in una cittadina del Veneto, all’inizio del secondo dopoguerra. Rosa sfida i fratelli e il padre per recarsi al seggio elettorale, dove incontra Lina Merlin. Attraverso il dialogo, Rosa comprende che il voto non è solo un diritto, ma un dovere civico che permette a tutti di contribuire al cambiamento.”

Flavio rimane affascinato dalla semplicità con cui lo spettacolo tratta argomenti complessi:

“Lo spettacolo ha reso accessibile a un pubblico giovane temi come il suffragio universale e la Costituzione, mostrando l’impegno e la costanza necessaria per raggiungere la parità.”

Anche per Flavio, l’intervento di Caselli ha aggiunto valore all’esperienza:

“Non mi ero mai reso conto di quanto sia difficile e rischioso il lavoro di chi combatte contro la mafia. Caselli ci ha ricordato che uomini come Bruno Caccia, Falcone e Borsellino hanno sacrificato tutto per i principi di libertà e giustizia, valori che oggi non possiamo dare per scontati.”


Tre voci, un messaggio universale

Le tre prospettive di Lisa, Emanuele e Flavio convergono su un punto: “Jupe Culotte” non è solo uno spettacolo teatrale, ma una lezione di storia e di vita. Attraverso le storie di Rosa e Lina, e con il contributo del magistrato Caselli, il pubblico è stato invitato a riflettere sull’importanza di difendere e preservare i diritti conquistati, affinché le lotte del passato non vengano dimenticate.