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È da molto tempo che mi faccio questa domanda: perché è così facile affezionarsi a qualcuno? 

In fondo, basta poco per far scaturire emozioni forti: un piccolo gesto, una parola gentile e in un istante si crea un universo di sentimenti. Ma allora, perché ci lasciamo influenzare così tanto da queste piccole attenzioni che, nel tempo, possono trasformarsi in qualcosa di ben più complesso e difficile da gestire?

Molti di noi si chiedono spesso se le scelte che facciamo siano giuste o sbagliate, eppure la domanda fondamentale che dovremmo porci è un’altra: perché ci facciamo così facilmente condizionare da una persona? Talvolta, quando si tratta di sentimenti, la razionalità sembra svanire, eppure è proprio in quei momenti che dovremmo usare tutta la nostra lucidità. Perché, nonostante siamo consapevoli che certi legami non siano sani o non ci facciano bene, continuiamo a mantenerli?

Forse non esiste un’unica risposta a questa domanda, ma di certo ruota attorno ad un atteggiamento comune a tutti gli esseri umani: ognuno di noi, non appena si trova oggetto di attenzioni, si lascia trasportare da questa piccola onda di felicità che genera fierezza e autostima. 

Quando qualcuno ci presta attenzione, ci fa sentire speciali. Una semplice frase affettuosa, un piccolo gesto, possono regalarci emozioni che rischiamo di confondere con un vero e proprio legame. Quel piccolo gesto di affetto rafforza la nostra autostima e ci spinge a desiderare ancora più attenzioni, a cercare apprezzamento, ma, in realtà, ciò che stiamo facendo è nutrire solo un’inutile illusione. 

Non appena questo breve attimo svanisce, ci sentiamo persi, vuoti, e vorremo, anche solo per un istante, godere di nuovo di quei piccoli gesti di sollecitudine  che ci riempiono il cuore di gioia. Ma proprio in questo momento dovremmo chiederci: “ma a che prezzo?” 

Infatti, è proprio qui che si nasconde il pericolo. Le attenzioni che riceviamo possono sembrare inoffensive, ma quando iniziamo a dipendere da esse per il nostro benessere emotivo, ci troviamo intrappolati in un circolo vizioso. 

Offuscati dai sentimenti, la razionalità vien meno e veniamo indotti in uno stato di falsa coscienza  in cui agiamo senza riflettere sulle nostre azioni, alla ricerca di approvazione e soddisfazione personale. Cerchiamo in continuazione le attenzioni di persone che nemmeno ci piacciono o che sappiamo non essere adatte a noi, ma ne abbiamo bisogno per per sentirci amati, accettati, provare quei sentimenti puri che rallegrano l’anima. 

La verità è che così facendo ci facciamo solo del male. Molti pensano che sia solo un momento, che dopo che si sono concessi una coccola con qualcuno possono tranquillamente farla finita e andare avanti, ma non sanno che un semplice gioco può trasformarsi in qualcosa di molto più grande, qualcosa da cui poi è difficile uscire. Dopo un po’ di tempo questo piccolo gioco si trasforma in un loop e spesso accade che pian piano che il tempo scorre iniziano a radicarsi emozioni vere, iniziamo ad affezionarci a quella persona che avevamo considerato inadatta. 

E una volta che ci siamo affezionati a qualcuno, con che coraggio torniamo indietro o interrompiamo tutto? E soprattutto, se quella persona volta pagina come si era previsto fin dall’inizio, perché stiamo male e ci sentiamo come se il mondo ci cadesse addosso?

Forse tutto questo nasce da una mancanza di consapevolezza di sé, di autonomia emotiva. Ci leghiamo agli altri per riempire dei vuoti che solo noi possiamo colmare. Cerchiamo conferme all’esterno, invece che dentro di noi.

E qui non si tratta solo di “orgoglio”, nel senso comune del termine, ma di qualcosa di più profondo e sano: amore per se stessi. Un amore che ci spinge a voler essere trattati bene, ma che allo stesso tempo ci ricorda che non dobbiamo elemosinare affetto.

Amare se stessi non significa essere egoisti o chiudersi al mondo; significa imparare ad ascoltarsi, a riconoscere i propri limiti e i propri bisogni e a rispettarli. È scegliere di non accettare briciole, ma di volersi bene abbastanza da aspettare ciò che davvero ci fa stare bene. Imparare a gestire questi sentimenti non è facile. Richiede tempo, riflessione e anche qualche caduta. Ma è solo quando impariamo a riconoscere il nostro valore, anche senza lo sguardo degli altri, che diventiamo veramente liberi.

In fondo, l’amor proprio è ciò che ci aiuta a mantenere un equilibrio interiore. È quella forza silenziosa che ci permette di dire: “Mi merito di più”, anche quando il cuore vorrebbe restare.

Gaia Walther, V LES

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