E’ ancora buio a Caselle.
Le luci dell’alba devono ancora far capolino nel cielo, ma un nutrito gruppo di allievi di terza media è in fermento: stanno per partire alla volta di Palermo, per trascorrere quattro giorni alla scoperta di alcune meraviglie della Sicilia.
In realtà, il viaggio rientra in un percorso sulla legalità che ha avuto inizio con la lettura del libro “Mi chiamo Giovanni” di L. Garlando, è proseguito con un laboratorio sulla legalità gestito dai volontari dell’Associazione Libera e ha nella gita a Palermo il cuore del percorso. Al rientro, poi, i ragazzi approfondiranno ulteriormente il tema grazie agli incontri con Giovanni Impastato e Don Ciotti.
Ora, siamo a Caselle: pronti, partenza, via!
Appena arrivati a Palermo ci dirigiamo immediatamente al Museo Falcone/Borsellino, dove ci attende la guida, nonché la prima sorpresa: dopo pochi minuti scopriamo che a svelarci inediti dettagli su quelli che lui chiama “Dottor Falcone e Dottor Borsellino” è Giovanni Paparcuri, ex autista del giudice Chinnici, ferito gravemente nell’attentato che tolse la vita al magistrato nel 1983. Una volta guarito, entrò a far parte del pool antimafia capitanato proprio dai giudici. Quanti racconti, quanti aneddoti. Paparcuri ci ha fatto rivivere, con i suoi racconti, la quotidianità di questi immensi personaggi che seppero affrontare, spesso anche con il sorriso, la dura lotta contro la mafia.
Il pomeriggio è scivolato via in modo rilassante poiché è stato dedicato alla visita delle bellezze della città di Palermo. Il sole e i colori siciliani ci hanno accompagnato nella passeggiata nel centro della città.
La seconda giornata è stata all’insegna della legalità. Dapprima, insieme alla guida di Addiopizzo, siamo andati alla scoperta del grosso problema che incontra qualunque imprenditore/commerciante che intende aprire un’attività in Sicilia: il pagamento del pizzo. L’Associazione, infatti, è partita con pochi affiliati, ma il loro impegno nella lotta al pizzo ha fatto sì che, in pochi anni, abbiano raggiunto migliaia di associati. Giorno dopo giorno, la voce della legalità si fa sempre più potente e, sebbene ci sia ancora molto da lottare, la speranza di spezzare questa terribile “abitudine” diviene sempre più realtà.
Nel pomeriggio abbiamo visitato la spettacolare Cattedrale di Monreale con i suoi 6400 metri quadrati di mosaici, per poi dirigerci a Cinisi per visitare la Casa/Museo di Peppino Impastato e completare l’itinerario dedicato alla mafia. A Cinisi abbiamo avuto la possibilità di farci raccontare le attività e le iniziative di Peppino da un suo amico e collaboratore ai tempi di Radio AUT. Tante le domande dei ragazzi e tutti, grazie all’infinta pazienza del Signor Giacomo, hanno visto esaudite le loro curiosità su questo ragazzo che ebbe la forza di mettersi contro la mafia locale e contro la sua stessa famiglia, anch’essa di tradizione mafiosa. Ricordiamo, per memoria storica, che Peppino Impastato venne ucciso dalla mafia, su ordine di Tano Badalamenti, lo stesso giorno in cui ritrovarono il cadavere dell’On. Aldo Moro: accadde il 9 maggio 1978.
Le ultime due giornate sono state dedicate alla scoperta dei bellissimi luoghi che la terra siciliana sa regalarci. Ecco allora la visita alla città marinara di Trapani, alle “tradizionali” Saline di Marsala, alla Medioevale Erice (peccato averla visitata immersa nella nebbia) e, per finire alla grande, la visita al Sito archeologico di Segesta. Imponente e incantevole il Tempio, spettacolare per la “semplice” bellezza e per la posizione il Teatro greco.
Con gli occhi ancora colmi di così tanta bellezza e con il cuore traboccante di emozioni, ci siamo diretti in aeroporto per rientrare a Torino. Sicuramente, per allievi e insegnanti, sarà difficile dimenticare questi luoghi e questa esperienza vissuta serenamente insieme.