News dal mondo SAFA

Quando si pensa al lavoro dell’insegnante è normale identificarlo con la preparazione culturale e la competenza didattica, considerati i pilastri su cui dovrebbe fondarsi il nostro mestiere.

Titoli di studio, corsi di aggiornamento, ore dedicate a ideare progetti innovativi, capacità di padroneggiare diverse strategie didattiche, tutto questo fa indubbiamente di un docente un buon docente.

Ciò che talvolta sfugge è il lato più nascosto dell’insegnamento, se non si vive in classe è difficile da percepire e valutare, rischia di restare sommerso dalle mille incombenze burocratiche e dalle pile di verifiche da correggere: è la crescita umana, l’evoluzione professionale, la sensibilità per il mondo, l’attitudine al cambiamento, il coraggio della relazione.

Da sempre in SAFA questo aspetto così profondo del nostro mestiere non manca di essere costantemente al centro della riflessione, al centro della formazione, al centro dell’esperienza di chi ha scelto il progetto educativo dei Fratelli della Sacra Famiglia.

In SAFA si fa laboratorio di cultura e di umanità: si costruiscono ponti fra le persone e verso il futuro, si nutre la mente senza dimenticare l’anima. Si sperimentano inediti orizzonti di incontro e accade che nascano percorsi inconsueti e preziosi.

A Taggia si sta mettendo la firma d’autore a un’opera d’arte. Ogni artista suggella in modo unico ciò che crea. Il team di insegnanti che accompagna i maturandi verso la meta – tanto temuta quanto attesa – sta mettendo un ultimo tocco di sè e dello spirito SAFA in quel delicato quadro d’insieme che è l’istruzione, l’educazione e la formazione dei giovani a cui spetta il compito di fare meglio dei maestri.