La storia della MotoGP è ricca di duelli iconici, ma pochi hanno avuto l’intensità emotiva, la risonanza mediatica e il livello di tensione sportiva che ha caratterizzato la rivalità tra Valentino Rossi e Marc Márquez. Due generazioni a confronto, due modi opposti di intendere la pista e la competizione, due personalità fortissime destinate, prima o poi, a scontrarsi. Se fino al 2014 il loro rapporto sembrava improntato al rispetto e persino alla simpatia reciproca, il 2015 segnò una frattura profonda che avrebbe cambiato per sempre il paddock.
All’inizio della stagione 2015 Rossi, a 36 anni, viveva una delle sue ultime grandi occasioni per tornare campione del mondo. Lottava alla pari con Jorge Lorenzo, suo compagno di squadra alla Yamaha, per un titolo insperato e affascinante. Márquez, dal canto suo, era il giovane fenomeno che aveva già vinto due mondiali consecutivi e che continuava a rappresentare la nuova era delle due ruote. Le scintille iniziarono a Jerez e poi ad Assen, dove Rossi e Márquez si toccarono nell’ultima chicane. Valentino vinse la gara e dichiarò che quel contatto era stato causato da un attacco troppo aggressivo dello spagnolo. Márquez ribatté che Rossi lo aveva deliberatamente portato fuori.
Tutto si intensificò però nella conferenza stampa del Gran Premio della Malesia, quando Rossi accusò apertamente Márquez di voler interferire nella lotta per il titolo favorendo Lorenzo. Da quel momento la tensione divenne quasi insostenibile e trovò il suo culmine nella gara di Sepang 2015, una delle più discusse nella storia della MotoGP. Dopo diversi sorpassi estremi e manovre al limite tra i due, il confronto sfociò in un contatto che vide Márquez cadere a terra e Rossi penalizzato per aver allargato la traiettoria in modo ritenuto scorretto dagli steward. La penalità costrinse Valentino a partire ultimo nell’ultima gara della stagione a Valencia, compromettendo definitivamente le sue possibilità di conquistare il decimo titolo mondiale.
Sepang 2015 segnò la fine del rapporto tra i due piloti. Da quel momento in poi Rossi e Márquez rimasero rivali non solo in pista, ma anche fuori, con tensioni che si ripresentarono in varie occasioni, come nell’episodio della mancata stretta di mano in Argentina nel 2018. Per molti appassionati, quella rivalità rappresenta l’ultimo grande dramma sportivo della MotoGP moderna: un confronto generazionale, emotivo, tecnico e psicologico che ha diviso tifosi, acceso dibattiti e lasciato un segno indelebile nella storia del motociclismo.
Oggi, con Rossi ritirato e Márquez ancora in pista, quella vicenda continua a essere ricordata come uno spartiacque. Non solo per ciò che accadde a Sepang, ma per come cambiò l’equilibrio del campionato e l’immagine stessa dei due piloti. Per alcuni fu l’episodio che negò a Rossi il sogno del decimo titolo; per altri fu la dimostrazione dell’ingresso definitivo di Márquez nel ruolo di antagonista perfetto. Ciò che è certo è che la loro rivalità resterà per sempre una delle pagine più intense, discusse e affascinanti dello sport.
Riccardo Satta, IV LES